Il Progetto Liberaction per i bambini ricoverati in terapia intensiva

Un progetto che si prende cura degli effetti del ricovero sui pazienti e sulle famiglie. Ce ne parla Matteo Di Nardo, anestesista e rianimatore del Bambino Gesù

Il progetto vincitore delle buone pratiche da idea diventa realtà. Una realtà resa possibile dal lavoro e dal sostegno delle associazioni Gabry Little Hero e Parole di Lulù che, con l’aiuto della Fondazione Bambino Gesù, sono riuscite a trasformare un progetto in una concreta azione per i pazienti dell’Ospedale Bambino Gesù.

L’obiettivo è di migliorare la qualità dell’assistenza e delle cure dei bambini e dei ragazzi con malattie critiche che richiedono trattamenti e supporti vitali avanzati, per i quali è necessario un ricovero prolungato in terapia intensiva.

Il progetto si chiama «Liber-Action project» ed è rivolto non solo i bambini ricoverati, ma anche alle loro famiglie, parte attiva del piano di cura e fondamentali per il superamento della malattia.

Le tre azioni clinico-assistenziali di cui si compone – pratiche di mobilizzazione precoce, screening e trattamento precoce del delirium, sedazione senza benzodiazepine – cambiano radicalmente il concetto di presa in carico perché introducono una particolare attenzione al periodo della degenza con un occhio rivolto alla post-ospedalizzazione.  Un approccio innovativo che si occupa dell’effetto del ricovero sui pazienti, per garantire loro un ritorno alla quotidianità meno traumatico.

Per molti anni il metodo di assistenza in terapia intensiva pediatrica associava la fase critica della malattia a periodi prolungati di immobilizzazione e sedazioni profonde.Questo approccio aveva l'obiettivo di ridurre nei bambini il discomfort relativo all’ambiente ostile quale può essere quello della terapia intensiva; un ambiente nel quale sono presenti giorno e notte rumori intensi e luci forti, e soprattutto in cui è consentito solo a determinati orari l’accesso dei genitori, la cui presenza è invece fondamentale per l’equilibrio psicologico dei bambini.
Questa modalità di intendere il ricovero, se è vero che da un lato si è rivelata vincente nel ridurre la mortalità dei pazienti, è altrettanto vero che ha aumentato i disturbi psicologici post dimissione e reso assai più complicato e difficoltoso il rientro nella vita sociale.

Il Liber-Action project vuole introdurre metodiche che segnino un importante cambiamento rispetto al passato e permettano di ridurre le situazioni di disagio, favorendo la presenza dei genitori e aumentando la mobilizzazione dei bambini, coinvolgendoli con giochi e attività che stimolino il movimento.

Per aiutare l’Ospedale Bambino Gesù a portare a compimento il progetto, che già in una prima fase di attuazione sta mostrando risultati eccezionali, serve ancora un piccolo sforzo, che coinvolge tutti noi.

Un aiuto prezioso che potrà garantire a ogni bambino di non perdere il sorriso.

8/2/2022

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