Essere affetti da Fibrosi cistica non significa affatto essere ghettizzati. Ecco perché è fondamentale rendere la loro degenza se non un piacere almeno qualcosa da accettare con una certa consuetudine. Va proprio in questo senso la realizzazione del nuovo laboratorio che rieduca allo sforzo anche i pazienti affetti da questa malattia rara cistica. E' un servizio che aiuterà i pazianti con insufficienza respiratoria di grado medio-grave a contrastare la naturale riduzione dell'attività motoria che si sviluppa a causa dell'aumento della dispnea e della percezione allo sforzo presente negli stadi più avanzati della malattia. Alle malattie genetiche rare, peraltro, è dedicata Vite Coraggiose, la campagna di comunicazione sociale promossa dalla nuova Fondazione Bambino Gesù Onlus.
E' ormai dimostrato l'impatto positivo dell'esercizio fisico sui pazienti con fibrosi cistica già dai primissimi anni di vita. In questi pazienti l'attività fisica, associata alla fisioterapia respiratoria quotidiana necessaria a rimuovere le secrezioni bronchiali, facilita la liberazione dei bronchi dal muco denso ristagnante, migliora la funzione stessa dei polmonare e quindi l'ossigenazione di tutti gli organi.
I pazienti che necessitano di lunghi ricoveri, selezionati in base a criteri scientificamente definiti con la collaborazione della Medicina dello Sport dell'Ospedale che indicherà i parametri di tolleranza cardiopolmonare, potranno svolgere programmi di riabilitazione per mantenere o migliorare la propria funzionalità respiratoria. L'allenamento quotidiano, sotto controllo stretto dei fisioterapisti, potrà essere effettuato dopo il superamento della fase acuta di riacutizzazione infettiva, senza provocare sovraccarichi dell'apparato cardiopolmonare e in assoluta sicurezza.
22/2/2016