Dal 2013 la Repubblica Centrafricana è provata da un violento conflitto civile che ha destabilizzato la situazione già precaria della popolazione, in particolare delle categorie più fragili e dei bambini. Il Centrafrica già prima della guerra aveva un sistema sanitario debole, era il sesto paese al mondo per mortalità infantile e il terzo per mortalità materna. Dall’inizio del conflitto le strutture sanitarie sono state saccheggiate e, specialmente nelle zone rurali, mancano attrezzature, personale qualificato e farmaci.
Il nostro viaggio nel cuore dell’Africa è iniziato il 29 novembre del 2015, quando Papa Francesco ha aperto la Porta della Cattedrale di Bangui, dando inizio al Giubileo della Misericordia. Quel giorno il Pontefice ha indicato al mondo un percorso di stabilità, giustizia e speranza e ha chiesto all’Ospedale Bambino Gesù di lavorare per assicurare ai bambini centrafricani le cure delle quali hanno bisogno. Quel giorno è cominciata la riflessione su un progetto ambizioso, in collaborazione con la Nunziatura Apostolica della Santa Sede in Repubblica Centrafricana, sostenuto anche dalla Fondazione Bambino Gesù, di cui oggi possiamo presentare i primi frutti.
Inizialmente il Complexe pédiatrique di Bangui ha avuto bisogno di quegli interventi considerati urgenti, strutturali e non, necessari a migliorare il funzionamento dell’ospedale. Come recita il proverbio “ciò che cresce lentamente mette radici profonde” e la comprensione della cultura africana passa dal rispetto per la sua rappresentazione dei “tempi”: il tempo africano non può e non deve essere forzato ed è stato rispettato nel portare a termine la ristrutturazione di diversi locali del Complesso Pediatrico e la riorganizzazione degli spazi, massimizzando la funzionalità dell’intero Ospedale.
Per dare supporto alla salute dei bambini centrafricani, è stata ristrutturata anche una strada di 15 km nella foresta e un bac, una chiatta per attraversare il fiume, per consentire alla popolazione locale di arrivare al dispensario di Ngouma, anche questo ristrutturato e riaperto dopo più di 3 anni.
Per fornire le cure migliori non bastano le strutture, ma è fondamentale la preparazione dei medici e del personale sanitario.
Parte di questo percorso formativo è un periodo di training dei medici centrafricani a Roma con i professionisti del Bambino Gesù. L’Unità Operativa di Terapia Intensiva Neonatale ha accolto per uno stage di perfezionamento un medico del Complesso Pediatrico che, ritornata in Africa, ha messo in pratica con successo le conoscenze acquisite. Uno specializzando in pediatria ha trascorso 6 mesi, nel periodo del lockdown, per approfondire le sue conoscenze in cardiologia.
Lo scopo è formare bravi medici specialisti che possano esercitare la loro professione non solo nella Capitale, ma anche su tutto il territorio. Un grande progetto che ha visto e vede cooperare sinergicamente organizzazioni come Medici con l’Africa Cuamm, l'Università Humanitas di Milano e Action Contre la Faim (ACF) insieme e al servizio della popolazione più sofferente.
7/1/2021