La "febbre" dell'azzardo: la dipendenza che mette a rischio le vite di adulti e bambini

Un fenomeno che riguarda sempre più anche gli adolescenti, ma si può chiedere aiuto

Quando si parla di gioco d’azzardo, spesso si fa riferimento a una “febbre” che sale incontrollata proprio come l’aumento della temperatura del corpo umano che provoca uno stato di malessere. Nel nostro Paese, la ludopatia è sempre più diffusa e la crisi economica e sociale non fa altro che soffiare sul fuoco delle vane speranze offerte dalle scommesse, legali e illegali, e dal gioco d’azzardo. 

A fare i conti con la febbre dell’azzardo non sono solo gli adulti, anche i più piccoli possono essere colpiti sia da condizionamenti esterni sia all’interno delle mura domestiche attraverso le app e i siti internet che invitano a giocare e a scommettere.

Dal semplice gioco alla dipendenza

Quella che di solito inizia come un’attività divertente, nel corso del tempo, può trasformarsi in una vera e propria dipendenza che stravolge le vite delle persone che ne soffrono arrivando a compromettere anche i legami più importanti.

Chi gioca, infatti, perde la capacità di controllare i propri comportamenti e ha come unico scopo della giornata la ricerca compulsiva dell’azzardo.

Le persone affette da ludopatia vivono uno squilibrio dei fattori biologici, psicologici e ambientali. I circuiti cerebrali dei giocatori d’azzardo recepiscono come necessaria alla sopravvivenza l’attività del gioco. Un inganno che, insieme alla scarsa capacità di autocontrollo, tratto tipico dell’età adolescenziale, spiana la strada ai comportamenti compulsivi. I fattori di rischio ambientale sono rappresentati dal contesto socio-economico in cui vivono i ragazzi, dall’esposizione a eventi stressanti e dalla familiarità con le dipendenze e con altre patologie psichiatriche.

Mio figlio gioca... cosa devo fare?

La prima cosa che i genitori devono fare è cogliere i segnali che indicano una possibile dipendenza.
Ecco quelli che ci indicano gli specialisti della struttura di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza dell’Ospedale Bambino Gesù:

La dipendenza da gioco d'azzardo, come riconoscerla
La dipendenza da gioco d'azzardo, come riconoscerla

Per chiedere e ricevere informazioni sul fenomeno, per segnalare situazioni di rischio o per ricevere aiuto da parte dei medici, l’Ospedale Bambino Gesù ha attivato un servizio specifico che si avvale anche di un indirizzo email iogioco@opbg.net  In base alla gravità della richiesta, un team di psicologi e psichiatri valuta l'approccio più adatto: fornisce consigli all'interlocutore o suggerisce una visita con un neuropsichiatra infantile per ulteriori approfondimenti. Il percorso terapeutico esiste e uscire dal vortice della dipendenza da gioco d'azzardo è possibile - sottolineano gli esperti del Bambino Gesù -, ma il risultato è strettamente connesso alla motivazione che spinge il ragazzo ad aderire al progetto di cura. Per questo motivo, molto spesso, i percorsi terapeutici sono lunghi e complessi.

Io gioco, il servizio dell'Ospedale Bambino Gesù dedicato alle famiglie e ai ragazzi
Io gioco, il servizio dell'Ospedale Bambino Gesù dedicato alle famiglie e ai ragazzi

La Fondazione ANIA e la Fondazione Bambino Gesù in campo contro la dipendenza da gioco d’azzardo

Nell’ambito della collaborazione con la nostra Fondazione, Fondazione ANIA(Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) è impegnata in progetti di promozione della cultura della sicurezza e della prevenzione.

Tra questi, il Progetto Dostoevskij per la lotta al gioco d’azzardo che Fondazione ANIA ha promosso in collaborazione con la Facoltà di Psicologia dell’Università Sapienza di Roma: un piano di ricerca triennale, che punta a contrastare le ludopatie con la ricerca e la prevenzione. Dal 2019, il progetto Dostoevskij lavora in stretto contatto con la Comunità di San Patrignano e con le tante storie dei ragazzi della Comunità.

La ricerca scientifica così finanziata ha prodotto uno studio che fornisce un quadro completo delle similitudini e delle differenze tra il disturbo da gioco d’azzardo (GD) e il disturbo da uso di sostanze, in particolare da uso di alcol (AUD). Inoltre, è stato avviato uno studio sul modo in cui le emozioni influiscono sulle scelte di gioco. Nelle prossime fasi del progetto, si indagherà inoltre il ruolo dell’ambiente (luci, suoni, tempo, ecc.) nelle condotte di gioco, con l’obiettivo di sviluppare un kit formativo rivolto a ragazzi, adulti e anziani per la sensibilizzazione e prevenzione sul tema della ludopatia.

4/2/2021

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