Faith e i suoi figli

Una mamma è chi fa di un bambino, un figlio

Christine, Grace e Maxwell. Sono 3 fratelli di vita, ma non di sangue. Nascono in anni diversi, in città diverse, da mamme e papà diversi.
Tutti e tre sono stati abbandonati piccolissimi, in Kenya, a causa delle loro malattie. L’inizio della loro vita è simile a quella di tanti altri bambini, il loro epilogo felice si chiama Faith, entrata nelle loro vite per fargli da mamma.
Faith dirige un istituto per bambini abbandonati a Nairobi e si spende, senza riserve, per costruire un futuro per loro che altrimenti crescerebbero senza educazione e senza amore. Alcuni di questi bambini però hanno necessità di cure specialistiche: è così che abbiamo avuto il privilegio di conoscere Faith e tre dei suoi dieci, cento figli. Perché una mamma è chi fa di un bambino, un figlio.

Christine

È stata la prima “bambina di Faith” ad arrivare nel lontano 2007 al Bambino Gesù. In Kenya non era possibile curare l’estrofia vescicale che ha dalla nascita perché questa malformazione rara richiede diversi interventi importanti in centri altamente specializzati. Il destino apparentemente già scritto di Christine, però, aveva la caparbietà di Faith a cercare di sovvertirlo e così, grazie a un programma umanitario, Faith e Christine prendono il loro primo aereo per Roma. Comincia un periodo non sempre facile, vissuto col solo obiettivo di dare a una bambina la possibilità di riuscire a conquistarsi una vita normale. Il percorso di cura che inizia grazie al programma umanitario, però, sembra interrompersi: il programma viene sospeso e gli interventi di Christine ancora non sono finiti. Faith si rivolge direttamente al Bambino Gesù e grazie al progetto Cure Umanitarie, destinato a bambini e ragazzi sprovvisti di copertura delle spese mediche, Christine riesce a fare tutti gli interventi necessari per poterle ridare la spensieratezza dei suoi anni.

Oggi Christine ha 15 anni, a Nairobi frequenta la 3°media, torna a trovarci per i controlli. È determinata e cerca la sua strada nel mondo. 

Grace

Delle ustioni avevano rovinato il suo viso, i suoi occhi e le sue mani quando la polizia keniota trovò Grace per strada, abbandonata dai genitori piccolissima. È arrivata con Faith al Bambino Gesù quando aveva appena 4 anni e per lei sono stati necessari una serie di interventi ricostruttivi della pelle e delle mani.

Oggi Grace ha 13 anni e ha ritrovato un sorriso bellissimo che, per un po’ di tempo, era andato via.

Maxwell

Grandi occhi neri, simpatia ed entusiasmo straordinari. Quando abbiamo conosciuto Maxwell aveva 4 anni e una discondroplasia ossea, che colpisce gli arti inferiori e superiori, non gli aveva mai permesso di camminare. Anche se la conformazione dei suoi piedi gli impediva di poggiarli a terra e la malformazione delle mani gli impediva di sostenersi, Maxwell continuava a ripetere ai suoi medici: “la forza nelle gambe ce l’ho, forse ce la posso fare!”. È entrato nel cuore di tutti, anche per quella forza ammirevole che gli ha permesso di raggiungere i primi successi già dopo il primo intervento di raddrizzamento dei piedi, operazione che ha consentito il sostegno del peso del corpo. L’Ospedale ha studiato per lui un percorso clinico e riabilitativo che gli consente oggi di scrivere, mangiare, vestirsi da solo, frequentare la scuola; le protesi costruite su misura gli permettono di camminare, correre e di avere un’autonomia che nessuno, nemmeno i medici, avrebbero potuto sperare per lui. Maxwell torna in Ospedale spesso, per le visite e per trovare le persone che lo hanno sostenuto.

E' sereno: sa che, al di là del mare, c’è qualcuno che lo aiuterà sempre, grazie anche a chi sostiene il progetto delle Cure Umanitarie. Per questo non smette mai di sorridere, di correre e di giocare a calcio.     

21/4/2021

Cure umanitarie
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